Tv e giornali comunicano oggi l’esistenza di una nuova variante dell’HIV, la variante VB, definendola più aggressiva e più facilmente trasmissibile.
Come riferito dai ricercatori, la nuova variante VB è stata identificata, in un primo momento, in 17 persone sieropositive che avevano manifestato una progressione verso la malattia particolarmente rapida.
Tra loro, 15 provenivano dai Paesi Bassi e per questo i ricercatori, coordinati da Chris Wymant, prima firma dello studio, hanno esteso il loro studio su 6.700 sieropositivi della stessa nazionalità.
Il risultato è stato che altre 92 persone erano state colpite dalla nuova variante.
Le persone contagiate (109 quelle individuate finora) reagiscono normalmente alle terapie e hanno la stessa sopravvivenza degli altri pazienti, ma l‘aggressività della variante rende ancora più importante l’intervento precoce. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Science dal gruppo dell’Università di Oxford guidato da Chris Wymant, del Big Data Institute. (SWISSINFO.CH)
I ricercatori hanno detto che la variante VB determina una carica virale da 3,5 a 5,5 volte maggiore rispetto a quella del virus HIV-1, la più diffusa, e risulta anche due volte più veloce nell’indebolire il sistema immunitario. Fortunatamente le persone contagiate reagiscono alle terapie e possono vantare la stessa sopravvivenza degli altri pazienti. (SKY TG24)
«Non è raro trovare nuove varianti del virus Hiv: come tutti i virus a Rna muta facilmente, e lo vediamo dalla sua grande capacità di adattarsi ai farmaci antiretrovirali diventando resistente»,
commenta Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma e neo presidente della nuova Commissione nazionale Aids del Ministero della Salute. (Il Messaggero)
Questo deve farci riflettere sull’importanza del nostro ruolo di ASO nel rispettare i protocolli che puntualmente il Ministero della Salute o altri organi competenti redigono e ci chiedono di applicare.